Eventi dell'Associazione

Erbe e benessere

Sabato 17 aprile – video incontro ore 18,00

La Campagna è un mondo in cambiamento.
Il tema delle erbe si incrocia con problemi planetari come i cambiamenti climatici, la salvaguardia del territorio, la valorizzazione dell’agricoltura come nuova frontiera della contemporaneità.

L’importanza del tema, che si manifesta nel bisogno di Campagna espresso dagli orti urbani su balconi, terrazzi e tetti, è stata segnalata anche da una mostra inconsueta per il luogo e la sede espositiva: Countryside, The Future, allestita in uno spazio simbolo dell’arte moderna il Guggenheim Museum , a New York, una metropoli che è l’opposto della campagna.

In apertura, il Presidente Martino Filippo ha evidenziato le importanti specificità della mostra: non aggiunge dati inediti sulla Compagna ma si concentra sui cambiamenti epocali in atto da tempo e sulla necessità di diffonderne la consapevolezza, per accelerare i cambiamenti.

Pensata dall’urbanista e saggista olandese Rem Koolhaas, ha richiesto una preparazione di 5 anni e dopo aver rimpiazzato i quadri delle esposizioni permanenti con pannelli esplicativi, video e sistemi tecnologici della cosiddetta agricoltura 4.0, è stata inaugurata nel febbraio 2020. Trasformando uno dei musei più belli del mondo per le sue opere e l’architettura (del geniale Frank Lloyd Wright) in una sorta di laboratorio green con questo messaggio: la campagna è il vero incubatore tecnologico dei nostri tempi ! 

Rem Koolhaas, è uno tra i più influenti teorici dell’architettura contemporanea (alcuni dei suoi libri sono dei best seller) è un esperto di architetture urbane come indica il nome del suo studio l’Office for Metropolitan Architecture (OMA), di cui nel 1977 diverrà socia anche Zaha Hadid. Ma oltre alla progettazione di edifici in tutto il mondo, Koolhaas lavora a discipline non architettoniche – tra cui politica, editoria, media, moda e sociologia – attraverso il think tank AMO, che ha svolto la ricerca necessaria per la mostra nel Guggenheim.

Koolhaas, ha quindi solidi elementi di fatto quando afferma che “..nell’ultimo decennio, mentre gran parte delle energie si sono concentrate nelle aree urbane del mondo, le campagne sono cambiate drasticamente per il riscaldamento globale, l’economia di mercato, le tecnologie e la politica. E’una storia poco raccontata ed è fondamentale presentarla in uno dei più grandi musei del mondo.” Per raccontare che il futuro è nella campagna dove si usano conoscenze all’avanguardia e sono un luogo di opportunità per le nuove generazioni.

 

ERBE IN BASILICATA: DATI, COMPETENZE, PROGETTI, NORMATIVE ED INCENTIVI

Al tema dei mutamenti nella Campagna s’ispira anche questo evento che è il seguito di uno dei n/s migliori incontri del 2019. In quell’occasione si parlò di rilevanza sociale, economica ed ambientale di un’agricoltura capace di valorizzare la ricchezza di erbe e piante e lo fecero imprenditori privati e ricercatori dell’Agenzia regionale per l’agricoltura, ALSIA descrivendo attività in essere ed altre in sviluppo.

Nel frattempo, la pandemia ha accresciuto la rilevanza delle erbe per il benessere psico-fisico delle persone nel più ampio contesto della valorizzazione della campagna e del lavoro di chi se ne prende cura, della vita sociale e del destino dei Borghi .

COMPETENZE. Le erbe sono presenti in tutta la Basilicata, con una diversità riflessa nella specializzazione dei 18 centri di ricerca e sperimentazione dell’ALSIA che proseguono idealmente il lavoro di due studiosi lucani di fama internazionale:

  • Guglielmo Gasparrini (1803-1866), nato a Castelgrande (Pz). Accademico, patriota, direttore di orti botanici, scopritore di decine di nuove specie;
  • Orazio Gavioli (Potenza1871-1944), chirurgo con la passione della Botanica. Direttore dell’ospedale S. Carlo di Potenza, è stato autore di pubblicazioni di chirurgia e di botanica, tra le quali Synopsis Florae Lucanae pubblicata postuma dall’Università di Firenze.

A livello di competenze, la Basilicata ha basi conoscitive che potrebbero favorire lo sviluppo economico di questo settore e, tra gli attori, vi sono le strutture dell’ALSIA che hanno:

  • conoscenza di nuove metodologie di controllo, diagnosi ed interventi per salvaguardare specie vegetali con tecnologie un tempo esclusive della diagnostica medica;
  • centri d’eccellenza per la ricerca, lo sviluppo ed innovazione nell’agroindustria, chimica verde e bio-economia (Agrobios) e di campi sperimentali d’erbe medicinali (melissa, ecc.).

DATI. La ricerca sulla proprietà delle erbe è un cantiere in piena attività e ci vorranno tempi lunghi per analizzare l’enorme varietà delle specie (stimate tra 35.000 e 75.000) di cui almeno 5.000 hanno già un’efficacia clinica accertata. Il lavoro di verifica proseguirà per il crescente utilizzo delle erbe nella cosmesi, l’enogastronomia e nella medicina. Un mercato che non ha smesso di crescere nemmeno nel corso della pandemia.

Secondo le stime, servono 35.000 tonnellate di erbe per il consumo italiano in fitoterapia e cosmetica, di cui solo il 30% costituite da specie autoctone. Vi sono quindi ampi margini di crescita della raccolta in Basilicata caratterizzata da una grande varietà di specie (alcune delle quali davvero speciali: es. origano del Pollino).

Infatti, di queste specie, almeno 1.000 sono in Basilicata e potrebbero essere sia una fonte di benessere fisico che una leva di business per lo sviluppo del territorio. Ma i dati produttivi, benchè in crescita e già di un certo interesse, sono ancora inferiori al loro potenziale e nel Pollino sono solo 90 (novanta!) gli ettari coltivati per un numero quasi pari di aziende raccoglitrici autorizzate! Numeri davvero bassi in un settore che crescerà dopo la decisione di leader globali della cosmetica (Garnier, ecc.) di non utilizzare prodotti di sintesi dal 2025.

 

NORMATIVE, INCENTIVI. Ci sono molti problemi da risolvere per trasformare le potenzialità di sviluppo in un settore produttivo che porterà benefici economici e sociali.

Tra gli elementi positivi vi sono i fondi regionali, nazionali ed europei destinati alle aree interne del SUD che però spesso non vengono sfruttati come potrebbero per l’assenza di sinergia tra le municipalità e per la frammentazione della proprietà. Quest’ultimo tema è emerso anche per la richiesta di chiarimenti da parte di uno degli associati in collegamento, Giuseppe Maria Lotano. Problema che andrebbe affrontato in tempi brevi per non perdere le opportunità offerte dal mercato intervenendo sul piano normativo e su quello delle incentivazioni per spingere all’aggregazione necessaria ad assicurare volumi e continuità di forniture ai trasformatori di erbe in prodotti per il mercato. Una possibile soluzione alla quale stanno già lavorando alcuni gruppi imprenditoriali con le Reti d’Impresa di Piante Officinali (RIPO), soprattutto nelle aree di maggiora presenza di erbe:

Parco nazionale del Pollino e Parco nazionale dell’Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese.

  • Parchi regionali: Parco di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane; Parco della Murgia Materana.
  • Riserve regionali. Riserva Regionale Lago Piccolo di Monticchio, …
  • Riserve statali e Aree Natura 2000.

Su questa complessa ed interessante realtà, c’è stato l’intervento della Dott.ssa Valentina Viola, Sindaco di Chiaromonte e neo Consigliera del Parco Nazionale del Pollino che ha citato le numerose iniziative avviate per la valorizzazione delle erbe in questa area tra le più ricche di specie. Come dimostrato dalla presenza del centro di sperimentazione sulle erbe officinali dell’ALSIA a Rotonda (Pz); dall’attività di trasformazione di EVRA Italia e di aziende fornitrici di erbe raccolte e pre-lavorate; dalla mostra annuale delle erbe officinali a Castelluccio Superiore (PZ) Botanicum che si tiene da più di vent’anni ed altre iniziative come la Comunità del Cibo, avviata insieme ad ALSIA, al CNR ed operatori privati nell’enogastronomia.

 

ERBE: BENESSERE, CULTURA, ENOGASTRONOMIA

Nell’incontro s’è parlato del rapporto tra erbe e benessere, del loro uso in cucina e delle erbe nella storia, nel mito, nella cultura.

BENESSERE E SALUTE. Il dr. Salvatore Moccia, medico, ricercatore ed imprenditore, dopo un ventennio di lavoro in una importante azienda italiana distributrice di farmaci di origine chimica ha deciso di dedicarsi al mondo delle piante e soprattutto (anche se non solo) a quelle rilevanti per la fitoterapia. Un processo curativo che ci aiuta a star bene soprattutto in assenza di sintomi e, lo ha sottolineato il relatore, non è un sistema terapeutico alternativo ai farmaci basati sulla chimica, soprattutto nelle patologie conclamate!

Relatore sperimentato, la sua presentazione è stata molto apprezza per la chiarezza, il ritmo e l’asciuttezza della esposizione, l’interesse dei contenuti e la bellezza delle immagini che hanno reso comprensibili anche i passaggi più complessi della esposizione.

Nella relazione ha toccato vari temi a cominciare dalla riflessione sui nostri comportamenti, l’esercizio mentale preliminare per decidere più consapevolmente scelte e comportamenti che incidono sul benessere.

Tra le cose più importanti: alimentazione, disintossicazione, esercizio fisico, pensiero positivo, riposo, prevenzione… Su quest’ultimo aspetto la fitoterapia può avere effetti benefici, con i trattamenti appropriati e cioè non improvvisati ma scelti accuratamente e tenendo conto della loro compatibilità con terapie mediche già in atto.

Di straordinario interesse è stata la parte della relazione sulle piante come organismi viventi, non solo per lo stimolo ad osservare le manifestazioni di vita che per superficialità o ignoranza non sappiamo cogliere ma anche per capire che è questa loro vitalità la fonte dei benefici per il nostro organismo e per l’ambiente. Come dimostra anche la enorme quantità di farmaci di sintesi derivati da substrati vegetali.

La esposizione del dr. Moccia ha illustrato che sebbene le erbe siano state e sono intorno a noi da sempre, c’è ancora tanto da sapere! Esperti e media ci propongono continuamente la rilevanza delle loro molteplici e sempre nuove funzionalitàoltre ad evidenziarne il crescente valore economico. Sono tutti messaggi importanti che, però, non sempre chiariscono bene l’utilità delle erbe per il nostro benessere e le cautele per usare le erbe in sicurezza.

ERBE e CULTURA. Il mondo delle erbe è presente da millenni nella storia, nella saggistica, letteratura, nell’arte figurativa, oltre che nei ricordi individuali di ciascuno con immagini, sensazioni, odori e colori.

Le erbe sono da sempre un elemento ricorrente nella saggistica botanica, dove spesso si continuano ad usare i disegni per la illustrazione delle specie. Nei secoli, questa combinazione tra scrittura ed arte figurativa ha creato volumi di straordinaria bellezza.

Una cosa che caratterizza la saggistica contemporanea e quella futura. Proprio di recente, infatti, gli esperti stanno riscoprendo gli erbari del 1600 (il più grande del mondo è nel Musée d’Histoire Naturelle a Parigi, limitrofo ai cinquecenteschi Jardin des Plantes fatti costruire da Luigi XIII per studiare le proprietà medicinali delle piante) ed i relativi disegni botanici.

Ma la bellezza e la suggestione delle piante si ritrovano anche nella letteratura: narrativa, poesia, teatro,.. che hanno parlato delle erbe in relazione a situazioni conviviali ma anche di situazioni rese drammatiche da oppiacei, droghe, intrugli magici e veleni!

Attualmente, i titoli pubblicati propongono in positivo lo studio e la valorizzazione delle erbe per la cura del corpo e dello spirito. Altre pubblicazioni di una editoria in forte espansione parlano di cosmetica, enogastronomia, fitoterapia, cultura legata alle erbe, con belle immagini di luoghi, piante e stagioni che stimolano anche il turismo della fioritura.

In questo filone letterario si colloca l’ultima pubblicazione di Celeste Pansardi dal significativo titolo Il giardino delle erbe segretePiccoli affreschi di cucina lucana e molto altro… che è un’evocazione in chiave storico-culturale e documentale del mondo delle erbe nel territorio lucano. Quindi un saggio che è uno strumento di conoscenza del territorio e che si legge agevolmente grazie a vari punti di forza, tra i quali:

  • un percorso logico e storico, rigoroso ma chiaro e stringato: Erbe nel mito (erano il dono degli Dei..); il ruolo dei monaci Basiliani in particolare nella classificazione delle piante;
  • le erbe nella cucina lucana. In quella dei nobili, in quella comune, in quella d’autore (con interviste a bravi operatori della ristorazione…).

Aspetti solo citati e che saranno poi ripresi più organicamente nelle presentazioni del volume che avverranno in contesti esterni all’Associazione.

Nell’incontro, il libro è servito a testimoniare il perdurante legame tra erbe e letteratura e ad evidenziare la connessione tra storia, vicende e tradizioni dei Borghi lucani nei quali le erbe sono usate nella quotidianità ma potrebbero essere anche sfruttate commercialmente. E sono proprio questi potenziali contributi allo sviluppo dei borghi evidenziati dal lavoro di Celeste Pansardi che hanno determinato il Patrocinio da parte del Consiglio Regionale.

Lo ha confermato nel suo intervento il dr. Pierluigi Maulella Barrese, Direttore della Struttura Coordinamento Informazione, Comunicazione ed Eventi, che ha preso spunto dal libro per ribadire la rilevanza dei Borghi nel destino dell’intera Basilicata. Alla luce della pandemia e dello sviluppo del lavoro a distanza che è stato “accelerato” dall’emergenza sanitaria, le aree interne, oltre ad offrire maggiori garanzie per la salute, potrebbero diventare più attrattive non solo come rifugio temporaneo ma come scelta alternativa alla città se la velocità di connessione ad internet e l’accessibilità stradale miglioreranno. Miglioramenti infrastrutturali che avrebbero un valore per ogni tipo di attività, inclusa l’agricoltura e la raccolta di erbe.

Miglioramenti sicuramente necessari ma il giornalista di Basilicata Notizie, Oreste Lanza, invita anche ad intensificare SUBITO la conoscenza delle cose che già ci sono senza aspettare la realizzazione dei cambiamenti desiderati che richiederanno tempo. “Viaggiate nei borghi silenziosi, fuori (ma non lontani) dalle più note destinazioni per scoprire paesaggi, natura, storia di ieri e storie di oggi, gustare l’enogastronomia…”. Per scoprire che forse il futuro è già oggi. 

Per il tema nella gastronomia è risultato particolarmente illuminante ed apprezzato il breve intervento non previsto in scaletta dello chef lucano Antonio Di Stasi, Presidente dell’Associazione AMICI DELLA LUCANIA ASTI E PROVINCIA che promuove, tra le altre attività, il recupero e la diffusione delle tradizioni enogastronomiche lucane.

Nel suo breve intervento ha citato che per le erbe dei suoi menù usa quasi esclusivamente prodotti lucani e promesso di inviare qualche immagine che ora siamo in grado di pubblicare:

  1. CIALEDDA MATERANA: brodo vegetale aromatizzato con erbe lucane (timo origano asparagina maggiorana e finocchietto), pane raffermo con uova in camicia
  2. PAELLA a la VALENZIANA: la base, SOLO con zafferano di Ripacandida (PZ)
  3. Risotto al timo selvatico Lucano con calamari e pomodorini