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Psichiatria e Pandemia: studi, esperienze e riflessioni di Walter Procaccio

Giovedì 26 maggio ore 19, via Nizza 56 Roma

La programmazione di questo incontro era stata considerata inizialmente al termine della prima fase della pandemia, quando si era appena superato lo stordimento determinato dall’inedito confinamento sociale. Una grande quantità di libri fornivano spiegazioni del fenomeno, consuntivi sulle conseguenze economiche e previsioni sia sui trend economici che sulla salute del corpo e della mente.

Purtroppo, anche le migliori tra le pubblicazioni sono apparse intempestive perché, malgrado la disponibilità di vaccini in tempi miracolosamente brevi ed una campagna vaccinale assai vasta e veloce, la pandemia ha continuato ad angustiarci con un’altalena di chiusure e ripartenze. E sicuramente questo non ha fatto bene alla salute mentale di tutti anche se poi la guerra in Ucraina ha ridimensionato l’angoscia da Covid con il timore per l’allargamento del conflitto ma, anche, se non soprattutto, per la fine della certezza di una Europa senza più guerre.

A questo punto si è ritenuto utile di non attendere oltre e di inserire nel filone di n/s iniziative su Benessere e Salute quello della salute mentale. Ambito in cui c’è ancora tanto da scoprire e anche molto da apprendere sia a livello individuale sia da parte delle istituzioni che spesso sono in ritardo sui tempi e non aiutano i cittadini ad evolversi. Come dimostrano per es. le perduranti difficoltà ad abolire normative discriminanti i soggetti delle comunità LGBT,  appena ricordate lo scorso 17 maggio, data in cui si celebra la rimozione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle patologie pubblicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità avvenuta nel 1990.

Pur nei limiti temporali dei nostri incontri, una persona con l’esperienza del dr. Walter Procaccio è stato invitato per aiutarci a capire un po’ di più della complessa materia, soprattutto con riferimento al tema tra Psichiatria e Pandemia. Psichiatra e psicoterapeuta con importanti incarichi in strutture assistenziali, Procaccio, lucano, è autore di saggi e libri oltre che un professionista apprezzato per la grande capacità divulgativa.

Con riferimento al tema della serata, egli dice:

La recente pandemia ha sollevato questioni assai controverse che ai più sono apparse inedite, ma che alla psichiatria sono note, perché prassi quotidiana, sin dalla sua nascita alla fine del 1700: come si ammala il corpo (in particolare il neurone), come si ammala il pensiero, cosa è un dato scientifico, cosa è cura, cosa è l’obbligo di dimora e di cura.

La grande esperienza maturata sul campo sul campo gli consente con la parola di rendere comprensibile una materia molto complessa.  Il dr.Procaccio è stato per molti anni responsabile sanitario della comunità terapeutica L’Airone di Orvieto. Attualmente è supervisore, sempre a Orvieto, della comunità educativa Xenia per minori stranieri non accompagnati. È stato docente a contratto presso la facoltà di psicologia della Università di Chieti. Collabora con la scuola di psicoterapia SSPIG di Palermo. È autore di innumerevoli saggi e, nel 2019, del volume “Il neurone bugiardo. Perché psicoanalisi e neuroscienze non hanno quasi nulla da dirsi” e curatore nel 2016 del volume Oblio entrambi editi per Cronopio.

Nel corso della presentazione, introdotta dall’avv. Maria Rosaria Galella, il dr. Procaccio ha fatto riferimento alla letteratura in materia, incluse le sue pubblicazioni.

Le citazioni più frequenti hanno riguardato il suo ultimo lavoro, Il neurone bugiardo, con un significativo sottotitolo: Perché psicanalisi e neuroscienze non hanno nulla da dirsi.

“Perché – scrive Felice Cimatti nella postfazione – la prima si occupa di ‘testi’ (in cui rientra tutto, emozioni, affetti, ricordi, paure, tutta roba che entra nel setting sotto forma di parole), mentre la seconda si occupa di neuroni, cioè di molecole, di ioni di potassio e roba del genere. Ma c’è quel ‘quasi’. In quel quasi c’è la consapevolezza dello psichiatra Procaccio, che ricorda sempre allo psicoanalista Walter che il dualismo è sempre lì. Ogni sintomo è un sintomo mentale, è vero, ma questo non toglie che è pur sempre un sintomo”.

Nel corso dell’incontro il dr. Procaccio ha riproposto nella esposizione vari punti fermi del suo pensiero:

  • neuroscienze e psicoanalisi sono due saperi che condividono solo una breve ma assai critica linea di contatto, il cui studio è decisivo per una rigorosa gestione clinica della sofferenza
  • i punti principali alla sua attenzione di studioso, ricercatore e terapeuta sono queste fasi cliniche: ammalarsi, curare, relazione mente-corpo, relazione medico-paziente.

Rispetto a queste fasi, l’autore suggerisce innanzitutto alla psicoanalisi di occuparsi della sua creatura che è l’inconscio e non il neurone. In secondo luogo, suggerisce al neurologo ed al clinico di essere consapevole delle dinamiche che si attivano quando un curante e un curato si incontrano e che insidiano la riuscita del progetto di cura, perché ovunque vi sia un significato, anche neurologico, si annida l’inconscio.

Un incontro ricchissimo di stimoli intellettuali e di incentivazione a saperne di più perché conserva la sua validità lo slogan originata dallo slogan “non c’è salute senza salute mentale”, originato da una definizione dell’OMS del 2007.

A questa visione di una salute mentale parte integrante della salute e del benessere è dedicata la Giornata mondiale che si celebra ogni anno il 10 ottobre.

Nel breve spazio ricavato per il dibattito ci sono state domande sull’intreccio tra politica e tecnica… che, nell’attualità del nostro Paese come in altri luoghi, riguarda drammi individuali e sociali come il fine vita, l’aborto, le scelte sessuali che alcune legislazioni classificano ancora tra le malattie mentali, ecc.