L’autore lucano – storico, cantante, docente di discipline corporee – ripropone in un breve saggio, a tratti avvincente come si confà ad un vero e proprio legal thriller, la ricostruzione di un processo criminale del 1854, rinvenuto nell’Archivio di Stato di Potenza, per approfondire non solo aspetti poco noti della storia lucana e, in generale, della storia del colera in Italia, ma anche per trattare argomenti di grande attualità: epidemie, comportamento delle masse, impatto sociale delle fake news.
Basilicata, 1854. La regione è invasa dal colera e il popolo è in subbuglio per il diffuso sospetto che vi siano degli untori a diffondere la malattia: “Cominciò a correre la voce, nelle vie e nei forni, che bisognava starsi attenti che la De Gregorio andava buttando veleno.” Le indagini e l’intervento delle autorità non bastano a sedare la paura e, il 17 agosto, una folla inferocita ed impaziente prende forma nei vicoli di Potenza per cercare e punire i presunti responsabili. Gli eventi seguiti al disordine destabilizzano per giorni un equilibrio già fragile, spingendo la Gran Corte Criminale di Basilicata ad aprire uno dei processi meglio conservati nell’Archivio Storico della città.
«Ho reso le fonti protagoniste di questo mio scritto non solo per avvicinare il lettore ai fatti, coinvolgendolo con il loro fascino narrativo, ma anche per aver individuato in esse preziosi spunti per un’indagine psico-antropologica, indispensabile a studiare la Storia, oltre che il presente, con un approccio integrato». (Gianluca Ferri)
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Gianluca Ferri
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